Diaframma: ecco i sintomi di un mal funzionamento
Diaframma, il muscolo della serentià

Anatomia del diaframma
Il diaframma rappresenta il motore viscerale per eccellenza, pur non essendo l’unico. Per mobilità si intende il movimento impresso dal diaframma stesso ai visceri, durante la sua azione di “pistone”, nelle fasi di inspirazione ed espirazione che si susseguono l’un l’altra. Costui è definibile come un setto orizzontale che divide la cavità toracica da quella addominale, mettendole in relazione e riequilibrandone le rispettive pressioni interne. Per questo motivo è spesso oggetto di disfunzioni, sia di carattere primario che secondario; a dire il vero è più spesso vittima di disfunzioni originatesi in altre sedi corporee.
Anatomicamente, il diaframma è una struttura muscolare che si aggancia allo scheletro osseo. Questo è composto da 3 strutture:
- Cupole diaframmatiche: presentano una relazione di natura viscerale con gli organi sopra e sottodiaframmatici;
- Pilastri diaframmatici: si agganciano strutturalmente alle vertebre lombari L1, L2, L3 e L4 a destra e L1,L2,L3 a sinistra;
- Centro frenico (tendineo): è un grande tendine centrale posto nel punto di massima convessità delle cupole diaframmatiche e dal quale si irraggiano i fasci muscolari
Il diaframma presenta vari iati (fori) per il passaggio di importanti strutture quali:
- Lato esofageo, attraverso cui passa l’esofago e i nervi vaghi di destra e di sinistra;
- Lato aortico, nel quale passa l’aorta;
- Lato della vena cava inferiore.
Quali sono i sintomi di un mal funzionamento del diaframma?
La conoscenza dell’anatomia del diaframma ci permette di mettere in relazione un’eventuale sintomatologia del paziente con una disfunzione del diaframma stesso. Tra i segni clinici di una problematica diaframmatica possiamo riscontrare:
- Edemi e gonfiori degli arti inferiori, in virtù delle relazioni emodinamiche esistenti;
- Lombalgie, sia di origine meccanica prendendo in considerazione l’inserzione muscolare dei pilastri con le vertebre lombari, sia di origine vascolare per il passaggio in questa zona della vena lombare ascendente;
- Cefalee, sia a carico di una eventuale difficoltà del sistema venoso sia meccanico per la relazione fasciale tra il diaframma e il cranio attraverso l’asse aponeurotico centrale che dal centro frenico sale e va a inserirsi a livello del tubercolo faringeo dell’occipite;
- Cervicalgie ad appannaggio del nervo frenico, sia destro che sinistro (questi originano dalle vertebre cervicali C3,C4 e C5 e vanno ad innervare il muscolo diaframma).
L’osteopatia come risposta alle disfunzioni del diaframma
Chi soffre di disturbi legati a un mal funzionamento della biomeccanica del diaframma ha davanti a se il compito di rivolgersi a un professionista qualificato che attraverso la propria esperienza clinica, possa individuare il percorso terapeutico più idoneo. Tra questi c’è l’Osteopata, il quale esaminerà il paziente attentamente e valuterà la struttura responsabile del malessere. A questo punto interverrà mediante tecniche manuali andando a ristabilire una corretta fisiologia diaframmatica.
Il passo successivo sarà quello di educare il paziente ad un corretto stile di vita anche attraverso una serie di esercizi fisici da svolgere costantemente, inviando il paziente presso una struttura o un singolo professionista esperto di attività fisica e motoria.