I piedi sono di fondamentale importanza per la vita dell’essere umano
Descrizione del sistema fasciale del piede e di come questo se perturbato possa portare a conseguenze sulla postura e sulla deambulazione della persona

L'aponeurosi è una fascia fibrosa, che è composta da un tessuto simile al tendine. Le aponeurosi sono fasci di tessuti connettivo dove, da un lato continuano direttamente i muscoli e dall'altro si inseriscono su segmenti scheletrici. L'aponeurosi non è altro che una fascia fibrosa che viene formata da un materiale che ricorda, sotto molti aspetti, il tendine. Questa fascia fibrosa ha la particolarità di tenere ancorato un muscolo oppure di collegarlo con la zona che invece si muove. Negli arti le aponeurosi sono rappresentate da quella profonda e quella superficiale, non è rappresentata l’aponeurosi intermedia.
Aponeurosi profonda e superficiale
L’aponeurosi profonda è rappresentata:
- Dall’aponeurosi profonda tibiale;
- Dalla membrana interossea a livello della gamba.
Tutto il resto è l’aponeurosi superficiale, suddivisa in strati:
- Più profondi;
- Più superficiali.
A livello del piede abbiamo una fascia plantare e una dorsale.
La fascia plantare si divide in:
- Profonda;
- Superficiale.
L’aponeurosi superficiale della fascia plantare si divide in tre sezioni che vanno ad avvolgere i tre gruppi muscolari superficiale della parte plantare del piede e sono:
- La mediana (centrale);
- Laterale interna;
- Laterale esterna.
La mediana ha inserzione sul tubercolo posteriore del calcagno (sulla tuberosità calcaneare) ed è spessa, è una lamina madre perlacea con una forma triangolare a vertice posteriore, va allargandosi man mano che si dirige verso le dita e a livello metatarso-falangeo si suddivide in 5 bretelle pretendinee che vanno verso le 5 dita.
Le due laterali hanno l’inserzione comune con quella mediana (sulla tuberosità calcaneare) e poi si incamminano verso l’avanti prendendo inserzione sulla rispettiva articolazione metatarso-falangea del 1 e del 5 dito. Fanno un tutt’uno con la parte mediana, mischiando le fibre con l’aponeurosi superficiale della fascia dorsale del piede, formando così un manicotto senza soluzione di continuo. Queste due zone laterali fasciali hanno una caratteristica ovvero l’esterna è più spessa dietro che in avanti mentre l’interna è più spessa avanti che dietro, perché la struttura governa la funzione ma anche la funziona governa la struttura e allora quando camminiamo succede che appoggeremo prima la parte esterna (quindi in quel punto più spessa) e poi la parte interna del piede (e quindi anche qui sarà più spessa).
L’aponeurosi mediana superficiale della fascia superficiale presenta alcune fibre trasversali (mentre la maggior parte delle fibre sono longitudinali da dietro verso l’avanti); queste formeranno a livello metatarso-falangeo e più in avanti, dietro le commissure interdigitali, un legamento denominato trasverso superficiale. Prima delle commissure interdigitali avremo un legamento interdigitale. Le fibre più profonde dell’aponeurosi plantare superficiale presentano soprattutto delle fibre trasversali che vanno a ricoprire i muscoli più profondi, gli interossei, andando a rinforzare l’arco plantare trasverso; più avanti, a livello delle teste metatarsali, questo legamento lo chiameremo interosseo profondo.
Aponeurosi superficiale fascia dorsale
Qui abbiamo tre strati:
- Aponeurosi Dorsale Superficiale Propriamente Detta che avvolge i muscoli superficiali e le guaine dei tendini degli estensori (dall’interno verso l’esterno sono: tibiale anteriore, estensore proprio dell’alluce, estensore comune delle dita, peroneo breve, e poi l’estensore breve o pedidio che va dal seno del tarso verso le ultime 4 dita)
- Aponeurosi pedidia che ricopre il muscolo pedidio (anche detto estensore breve delle dita del piede) ed ha un’inserzione sulla guaina del tendine dell’estensore lungo dell’alluce (direzione obliqua).Queste 2 aponeurosi continuano indietro e in alto formando il retinacolo dei muscoli estensori o legamento anulare del tarso che presenta 3 fasci. Queste ricoprono le guaine dei tendini dei muscoli esterni permettendo lo scivolamento sotto di essi e proteggendoli e collocandoli nella posizione giusta per far gli fare la forza in economia. Continuano in dietro e si collegano con l’APONEUROSI PROFONDA: aponeurosi tibiale profonda e membrana interossea.
- Ultimo strato che ricopre i muscoli interossei dorsali.
Nel tempo, una retrazione dell’aponeurosi pedidia può far sì che l’alluce vada in abduzione, flessione e rotazione interna.
Che ripercussioni comporta un problema fasciale del piede?
Avrete senz’altro sentito già parlare di disturbi come la fascite plantare; tutto ciò che riguarda alterazioni del sistema fasciale del piede si ripercuote inevitabilmente sulla deambulazione e sulla postura del soggetto che ne soffre. I piedi sono di fondamentale importanza per la vita dell’essere umano, in quanto sono le strutture anatomiche utilizzate per muoversi e proprio per questo vengono costantemente sottoposti a sollecitazioni di varia natura. Un dolore o una riduzione di movimento di questi, inevitabilmente costringe l’individuo a porre in atto una serie di modificazioni e di adattamenti che nel lungo periodo possono addirittura diventare irreversibili. E’ perciò importantissimo intervenire laddove si ravvisi una problematica fasciale, proprio per evitare che le fasce stesse subiscano modificazioni di carattere morfologico andando ad intaccare anche le strutture ad esse connesse quali muscoli, tendini legamenti e ossa.
Conclusioni
Attraverso una buona diagnosi osteopatica, in sede di trattamento si possono mettere in atto delle manipolazioni sui tessuti fasciali, volte a ristabilire una giusta tensione di questi tessuti molli, favorendo una corretta mobilità di tutte le componenti interessate al fine di garantire una ottimale funzionalità dei piedi. In questo modo si permette alla persona di recuperare una deambulazione in comfort ed ergonomia, i due capisaldi su cui si basa la filosofia osteopatica.