Rizoartrosi (artrosi del pollice): valutazione e trattamento

Rizoartrosi (artrosi del pollice): valutazione e trattamento

L’articolazione più soggetta a traumatismi e blocchi articolari è la trapezio-metacarpale

La continua evoluzione dell’uomo ha fatto si che tra le varie differenze anatomo-funzionali rispetto agli animali, rientri anche la mano. Il passare in stazione eretta ha svincolato l’uso di mano e braccio dal resto del corpo e quindi sin dai primi mesi di vita è possibile camminare e contemporaneamente fare altre azioni come bere, mangiare, manipolare oggetti, etc…).

Cos'è la rizoartrosi?

Abbiamo la possibilità di gestire ogni singolo dito separatamente e di avere il pollice opponibile. La mano è un sofisticato strumento messo a disposizione dal cervello che la possibilità di toccare, plasmare, rompere e compiere sia azioni di forza e grossolane e sia azioni in cui è richiesta coordinazione fina e precisione. Analizzando nello specifico la mano, l’articolazione più soggetta a traumatismi e blocchi articolari è la trapezio-metacarpale (quella che si viene a formare tra il pollice e l’osso trapezio) in quanto articolazione con maggior movimento e azionata da 9 muscoli. La disfunzione che maggiormente va a colpire questa articolazione è la rizoartrosi. Artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpica. Il termine rizoartrosi ha etimologia greca: rhizos” significa radice e di fatto questa è l’articolazione che sta alla radice del pollice, che colpisce maggiormente le donne in età tra i 50-70 anni. L’analisi della superficie articolare della TM mostra che uomini e donne sottopongono i capi articolari alle stesse forze durante le attività di vita quotidiana. Le donne però, hanno una TM più piccola e con superfici articolari meno congruenti, e di conseguenza essa è sottoposta ad una pressione di contatto più ampia. 

Valutazione e trattamento

Anche se la dolorabilità sarà soggettiva, limiterà la mobilità articolare e di conseguenza andrà a provocare debolezza muscolare nell’apparato stabilizzatore della TM e dell’avambraccio. Un’attenta valutazione del paziente è la prima ed essenziale fase nella corretta gestione di ogni trattamento conservativo e/o riabilitativo. Il trattamento conservativo potrà essere, in base allo stato del paziente e alle competenze dell’operatore, attuato utilizzando dei tutori, del kinesiotaping, tecniche di manipolazione e massaggio, esercizi muscolari, terapia fisica e/o farmacologica.