Lombalgia: diagnosi e cura
Le lombalgie colpiscono l'80% della popolazione

La lombalgia si manifesta attraverso un dolore localizzato nella regione dorsolombare, lombare o/e lombosacrale. Tale dolore può esprimersi in forma acuta o cronica. Molto frequentemente, alla sofferenza lombare si aggiunge un'ulteriore irradiazione dolorosa che segue, in parte o in toto, il decorso del nervo ischiatico o sciatico, talora del nervo femorale o crurale. Può anche accadere che, in assenza di lombalgia, il dolore venga percepito solo lungo parte del decorso di uno o di entrambi i nervi.
Sintomi Lombalgia
I sintomi della lombalgia, o dolore lombare, possono variare da persona a persona e dipendere dalla causa sottostante. In generale, la lombalgia si manifesta come un dolore o fastidio nella regione inferiore della schiena, che può essere localizzato o irradiarsi alle gambe. Tra i sintomi comuni della lombalgia vi sono:
1. Dolore: il sintomo principale della lombalgia è il dolore nella zona lombare. Questo può essere acuto o cronico, intermittente o costante, e può variare in intensità da lieve a severa.
2. Rigidità muscolare: la lombalgia può causare una sensazione di rigidità e tensione dei muscoli nella regione lombare. Questa rigidità può limitare i movimenti e rendere difficile svolgere attività quotidiane.
3. Difficoltà nei movimenti: la lombalgia può causare difficoltà nei movimenti, specialmente nella flessione avanti, nell'inclinazione laterale e nella rotazione del tronco. I movimenti bruschi o ripetitivi possono essere particolarmente dolorosi.
4. Dolore irradiato: in alcuni casi, il dolore lombare può irradiarsi lungo le gambe, causando sensazioni di bruciore, intorpidimento o formicolio. Questo fenomeno, noto come sciatica, può essere causato dalla compressione o irritazione delle radici nervose nella colonna lombare.
5. Debolezza muscolare: in presenza di lombalgia, è possibile sperimentare una sensazione di debolezza muscolare nella regione lombare, nelle gambe o nei piedi. Questo può influire sulla capacità di camminare, alzarsi da una sedia o sollevare oggetti pesanti.
6. Limitazioni funzionali: la lombalgia può limitare la capacità di svolgere normalmente le attività quotidiane, come lavorare, fare sport o partecipare ad attività ricreative. Questo può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti che ne soffrono.
Valutazione clinica della lombalgia
- Dolore discoradicolare
La valutazione clinica volta alla ricerca dell'origine di una lombalgia imputabile a ernia del disco prevede almeno trenta tes fra ispezioni, palpazioni, esami della mobilità, della sensibilità, dei riflessi e della forza oltre, naturalmente a esami strumentali quali radiografie statiche e funzionali in scarico e carico, Tac, Rmn, ellettromiografie, eccetera. Eppure il clinico accorto e con buona esperienza raramente ne utilizza più di dieci.
Possono più facilmente indicare l'origine del dolore in un'ernia discale le seguenti valutazioni:
- Ispezione: la riduzione o l'inversione della fisiologica lordosi lombare, una scoliosi lombare antalgica;
- Esame della mobilità: deve apparire ridotta o dolente soprattutto in estensione, ma anche in flessione anteriore e in rotazione;
- Evocazione del dolore e riscontro di contratture: attraverso la palpazione degli spazi intervertebrali, delle spinose e dei muscoli paravertebrali;
- Esecuzione del test di Lasègue: effettuato a gamba tesa con il paziente supino: evoca dolore preferibilmente lombare prima di raggiungere gli 80-90°;
- Esecuzione del test di Wasserman-Boschi con il paziente prono, eseguendo una flessione delle ginocchia: evoca dolore prevalentemente lombare alto e davanti alle cosce.
- Valutazione dei riflessi dell'arto inferiore: mostra l'assenza o la riduzione di quello rotuleo o dell'achilleo indicando, rispettivamente, un molto probabile interessamento di un ernia lombare alta o bassa;
2. Dolore muscolare
E' possibile verificare come molte lombalgie, lombsciatalgie o anche semplici sciatalgie e cruralgie localizzate, si evidenzino in presenza di disfunzioni muscolari prevalentemente asimmetriche. Ecco i principali muscoli maggiormente coinvolti in dolorabilità che, più di altri, possono indurre a fare diagnosi di sciatalgia, lombosciatalgia eccetera.
- Il muscolo quadrato dei lombi; esso sembrerebbe coinvolto, in particolare, nelle lombalgie dei soggetti affetti da emiplegia, dal lato dell'arto inferiore malato, e anche in alcuni casi di eterometrie di un arto inferiore, dalla parte dell'arto inferiore più corto.
- Il muscolo ileopsoas; evidenzia localizzazione dolorifiche prevalentemente lombari, nella parte alta del gluteo e nella regione prossimale anteriore della coscia simulando una lombocruralgia. Da queste irradiazioni dolorose possono essere colpiti, all'arto inferiore dominante, sportivi che effettuano abitualmente e ripetutamente flessioni della coscia, come, per esempio, i saltatori e i giocatori di football.
- Il gruppo muscolare dei glutei; può evidenziare variabili distribuzioni dolorose al gluteo, alle regione prossimale della coscia e al sacro per quanto riguarda i muscoli grande e medio gluteo.
- Il gruppo muscolare del piriforme e dei rotatori brevi dell'anca.
Incidenza dei fattori psicociali sulla lombalgia
Concludendo l'aspetto diagnostico, occorre anche ricordare come, negli ultimi anni, sia emersa la necessità di integrare gli esami clinici con approcci adeguati alla personalità del paziente e la stesura di anamnesi che tengano conto di aspetti psicosociali che possono favorire l'abbassamento della soglia del dolore, come può verificarsi, per esempio, in quei casi nei quali sia ridotta l'autostima nell'ambiente sia familiare che professionale. L'impatto degli aspetti psicosociali nelle lombalgie è sicuramente aumentato,soprattutto, nelle società più avanzate ed è, inoltre, frequente quando siano in ballo risarcimenti legati a fatti traumatici o semplicemente il desiderio di allungare periodi di riposo lontani da un lavoro poco gratificante.
Trattamento della lombalgia
Il trattamento della lombalgia comprende interventi di prevalente competenza medica, come la somministrazione di farmaci, manipolazioni vertebrali, prescrizioni di ortesi, oltre che consigli posturali, di prevenzione del mal di schiena. Seguono terapie strumentali e, in generale, tutte quelle definite con il termine di fisioterapia, la rieducazione motoria e, in caso di fallimento delle cure conservative, i diversi interventi chirurgici. Qualsiasi trattamento dovrà inoltre distinguere fra fase acuta e periodi a essa successivi, cioè fase subacuta ed, eventualmente, fase della cronicizzazione. Se il trattamento fosse, invece, indirizzato a trattamenti precoci in assenza di dolore, si parlerà di fase di prevenzione delle rachialgie o, più in generale, di fase preventiva dei deficit dell'apparato locomotore. Quest'ultimo è prevalentemente il campo d'azione dei laureati in scienze motorie.