Cos'è la diastasi addominale

Cos'è la diastasi addominale

Pochi conoscono la diastasi addominale, ma in realtà è una patologia molto diffusa

Pochi conoscono la diastasi addominale, ma in realtà è una patologia molto diffusa, infatti circa i 2/3 delle donne in gravidanza ne soffrono. Solitamente si risolve entro i 4-5 mesi successivi al parto, in altri casi diventa una vera e propria patologia e si protrae sino ai 12 mesi successivi la nascita del bambino. Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta e come affrontare questa patologia.

Anatomia del muscolo retto dell’addome

Il muscolo addominale è uno dei principali muscoli che costituiscono la porzione anteriore della parete addominale. Viene definito elemento muscolare pari, in quanto si possono distinguere due porzioni di dimensioni e funzioni uguali (una destra ed una sinistra) entrambe separate soltanto da una linea mediana, definita linea alba. La linea alba è un rafe tendineo, ossia una linea che segna i margini di contatto o di fusione tra due componenti anatomiche simmetriche, in questo casi i due retti addominali. Si estende dal processo xifoideo dello sterno sino alla regione pubica, aumentando la sua larghezza sino all’ombelico e restringendosi progressivamente a partire dal di sotto di esso.

Significato diastasi addominale

La diastasi addominale è un eccessivo allontanamento delle due porzioni muscolari del retto addominale, le quali si allargano allontanandosi dalla linea alba. Quest’ultima è costituita da un tessuto connettivo meno elastico che, se da una parte rende difficile la rottura, dall’altra, quando questa avviene, rende più difficoltoso un ritorno alla sua normale morfologia. La diastasi è una patologia che colpisce con maggiore frequenza le donne dopo una gravidanza; la causa è dovuta ad uno stiramento del retto addominale, determinato dall’utero in continuo accrescimento. Le continue pressioni del feto, le alterazioni ormonali sono i principali responsabili di un assottigliamento delle pareti di tessuto connettivo. In condizioni di normalità la distasi addominale che si è verificata durante la gravidanza tende a risolversi spontaneamente entro le 8/12 settimane successive al parto. Una diagnosi medica di diastasi addominale viene in genere fatta se la distanza tra il retto addominale di destra e quello di sinistra supera i 4 centimetri. Questa eccessiva distanza è particolarmente dannosa perché non permette una adeguata protezione ai visceri sottostanti la parete muscolare, mettendoli ad un rischio maggiore in seguito ad eventuali traumi.

Fattori di rischio della diastasi addominale

Anche se purtroppo non è una patologia prevedibile esistono dei fattori di rischio rilevanti:

Quali sono i sintomi più frequenti?

Quando i muscoli retti addominali perdono la loro efficacia non adempiono più alla loro funzione stabilizzatrice del tronco, con conseguente mal di schiena, alterazioni della postura, deviazioni e dolore ricorrente ad anca e bacino. Mancando la fisiologica barriera meccanica della muscolatura addominale i visceri creano un aumento della pressione verso l’esterno dando alla pancia una caratteristica forma prominente. Il cedimento della linea mediana, inoltre, può provocare una “fuoriuscita” degli organi interni della parete endoaddominale con la presenza di ernie. Il caratteristico segno della distasi addominale è la parete addominale a forma di “pinna”o cresta, che si forma in prossimità della linea alba e che va dal processo xifoideo dello sterno sino all’ombelico; questa cresta, inoltre, si manifesta con maggiore evidenza durante la contrazione della muscolatura addominale.

A questi segni e sintomi caratteristici possono anche associarsi:

Il genere la diagnosi viene fatta dal medico attraverso una attenta valutazione clinica, che attesti la presenza di un allontanamento delle strutture muscolari; in caso di diagnosi dubbia si può ricorrere ad una ecografia addominale o ad una risonanza magnetica.

rimedi per la diastasi addominale

Nonostante sia una patologia poco grave è bene trattarla con precocità per evitare fastidiose e dannose conseguenze sia estetiche che funzionali. Due sono le tipologie di intervento in questi casi.

Il primo approccio di intervento è sempre quello conservativo, quello cioè, di ricorrere a specifici esercizi di rigenerazione delle normali funzioni muscolari della zona interessata dalla patologia.

L’allenamento è mirato a ridare tono non soltanto alla muscolatura addominale, ma anche alla muscolatura di supporto. Questo perché un sovraccarico di lavoro sulla muscolatura addominale potrebbe portare, al contrario, ad un peggioramento dei sintomi. Il lavoro deve essere, quindi, sempre personalizzato e seguito da un fisioterapista esperto che adatterà il trattamento al singolo caso. Il trattamento chirurgico, invece, viene intrapreso nei casi più gravi e consiste in una addomino-plastica. Nello specifico questo intervento chirurgico corregge la “rilassatezza” della muscolatura addominale attraverso una sutura che rassoda i muscoli interessati. Dopo l’intervento viene messo un bendaggio elastico in protezione degli organi interni, e nelle fasi successive, il paziente deve stare attento a non effettuare sforzi eccessivi che potrebbero compromettere l’esito positivo dell’intervento.

È una patologia frequente e spesso di facile risoluzione, attenzione però a non sottovalutare mai il problema, e affidatevi sempre a professionisti certificati e preparati.