ATM: Test funzionali ed esercizi
La concezione olistica del corpo umano ha indotto a rivolgere più interesse negli ultimi anni all'intero apparato stomatognatico e all'articolazione temporomandibolare (ATM)

La concezione olistica del corpo umano ha indotto a rivolgere più interesse negli ultimi anni all'intero apparato stomatognatico e all'articolazione temporomandibolare (ATM).
Occlusione e malocclusione
È bene anzitutto chiarire che l'occlusione prende in considerazione il modo in cui i denti sono posizionati nelle rispettive arcate dentarie e il rapporto che essi hanno con i loro antagonisti, cioè i denti dell'arcata contrapposta, con i quali debbono lavorare per rispondere alle fondamentali esigenze funzionali. Si definisce malocclusione qualsiasi difetto che si riferisca a uno dei due punti indicati, cioè il rapporto irregolare fra uno o più denti della stessa arcata (affollamento, ectopia eruttiva, agenesia eccetera) o anomalie nel modo in cui si realizza il combaciamento con i denti dell'arcata antagonista. Ovviamente le due ipotesi sono normalmente collegate fra loro, perché i difetti nella posizione o nel numero dei denti di un'arcata influenzano inevitabilmente il modo di contatto, quindi di occludere, con i denti dell'altra arcata. Le malocclusioni possono essere dentali o scheletriche:
- Malocclusioni dentali, il problema è circoscritto agli elementi che formano le arcate; queste malocclusioni (che si presentano per lo più con i difetti di disallineamento limitati ai denti) possono essere corrette anche tardivamente, cioè in età adulta, se esistono i presupposti biomeccanici, ossei e paradontali che rendono possibile gli spostamenti degli elementi che sono mal posizionati.
- Malocclusiioni scheletriche, il disordine che si rileva nei rapporti occlusali deriva da quello esistente sulle strutture scheletriche che le ospitano: cioè la mascella e la mandibola. La causa del disosrdine può essere funzionale (respirazione orale, deglutizione infantile, abitudini viziate eccetera) o genetica. Le malocclusioni scheletriche richiedono in ogni caso un intervento precoce, avente l'obiettivo di modificare in senso migliorativo la crescita facciale.
Articolazione Temporomandibolare
È un articolazione complessa perché, diversamente a tutte le altre del corpo umano, è composta da due giunti sinoviali che, pur essendo separati, debbono funzionare all'unisono. L'articolazione è contenuta in una capsula fibrosa che ha funzione stabilizzante della mandibola in senso laterale, mentre ne consente il movimento anterioremente e posteriormente. La capsula che racchiude il condilo mandibolare si salda in basso con il periostio che circonda il collo del condilo stesso, sia all'interno (polo mediale) sia all'esterno (polo laterale), dove praticamente ricopre sia la fossa sia l'eminenza articolare. La fossa e l'eminenza fanno parte entrambe dell'osso temporale.
Malocclusioni
È anzitutto necessario chiarire che non sempre c'è una connessione fra un problema occlusale e la patologia articolare. Esistono infatti malocclusioni che predispongono a problemi sulle articolazioni, quando costringono il paziente a una chiusura forzata che spinge uno o entrambi i condili in una posizione non centrata nella fossa o nei rapporti con il disco. Ciò avviene normalmente quando c'è una sproporzione trasversale tra le due arcate dentali: l'arcata superiore è stretta e costringe il paziente a una deviazione laterale in fase di chiusura che tende a trasformarsi in un'asimmetria, se non viene corretta precocemente. La responsabilità dell'occlusione nelle patologie dell'ATM si ha anche quando, per l'esistenza di un morso profondo, la mandibola è costretta forzatamente in una posizione arretrata che modifica, sempre all'indietro, la posizione del condilo nella fossa.
Dolore e Malocclusione
Il dolore è in ogni caso il più frequente e il più significativo disturbo ascrivibile a disordini articolari. Il paziente descrive il dolore con differenti sintomi e intensità. Prima di decidere una cura che sia in grado di produrre buoni risultati, occorre fare una diagnosi che accerti se il dolore è dovuto a una vera patologia articolare oppure è da ascrivere ad affaticamento muscolare. Per effettuare questa diagnosi differenziale si richiede anzitutto la collaborazione del paziente rivolgendogli domande che servono a precisare meglio il tipo di dolore, la sua insorgenza iniziale, graduale o improvvisa, se si aggrava con la funzione (parlando, masticando, aprendo la bocca al massimo o facendo movimenti laterali della mandibola), se è costante o intermittente.
- Un dolore costante, improvviso, che si aggrava con la normale funzione, è normalmente dovuto a una patologia articolare.
- Un dolore intermittente che non si acutizza masticando, parlando o muovendo la mandibola a destra o a sinistra, indica un'insorgenza spesso estranea all'ATM.
È bene anche chiedere al paziente di indicare al paziente di indicare con il dito indice il punto di maggior dolore. Se va deciso sull'articolazione o vicino all'orecchio è sempre un problema intracapsulare. Chi soffre di dolori miogenetici normalmente resta confuso, lamentando un indolenzimento più diffuso e meno localizzabile. Al fine di approfondire la diagnosi eziologica del problema si possono mettere in atto anche test funzionali che, nei casi più semplici, possono escludere l'esigenza di sottoporre il paziente a esami molto più costosi e forse meno validi, eccetto che per il loro valore documentale; valore che certamente i test clini hanno.
Test Funzionali
Ecco i due test più comuni che possono aiutare a distinguere il dolore artrogeno da quello muscolare:
- Test dell'elasticità finale; basta porre il pollice e l'indice della stessa mano sui bordi incisivi dei denti anteriori delle due arcate, con il paziente in massima apertura, per capire se esiste un problema muscolare o articolare. Infatti, se nella spinta con le dita si apprezza una certa elasticità con un incremento, spesso pur modesto, d'apertura, la limitazione e il dolore sono di origine muscolare, con o senza intervento di componente psichica limitante l'apertura. Se invece si nota rigidità, si evidenzia l'esistenza di un blocco meccanico che riguarda l'ATM.
- Test del bastoncino; basta usare un bastoncino abbassa-lingua o dei rulli di cotone sui molari di un solo lato e invitare il paziente a chiudere con forza per 8/10 secondi. Si caricano in tal modo i muscoli elevatori omolaterali e l'articolazione del lato opposto al rialzo. L'insorgenza del dolore sul lato del rialzo indica sofferenza muscolare. Se fa male l'ATM controlaterale significa che c'è qualche problema a una componente intracapsualre.
Esercizi per l'articolazione temporomandibolare
L'ampia gamma e l'eterogeneità dei disturbi articolari e muscolari che interessano il sistema stomatognatico richiamano chi lavora in palestra a una fondamentale norma di comportamento: indirizzare chi ne è affetto a uno specialista gnatologo perché venga accertata la causa del malfunzionamento, si evidenzi l'esistenza o meno di un danno organico e si prescrive un'adeguata terapia, che può comprendere, a sua volta, l'assunzione di farmaci, l'applicazione di apparecchi e l'effettuazione di una ginnastica correttiva della postura e delle anomalie miofunzionali, che in qualche modo possono ritenersi correlate all'insorgenza della patologia. In ogni caso, per chi lavora in palestra è utile conoscere gli esercizi specifici per l'ATM, per poter collaborare con il dentista e mettere in condizione gli allievi di saper fare qualcosa da soli in presenza di disturbi a questa articolazione. Gli obiettivi di tali esercizi sono:
- L'apprendimento della corretta posizione;
- Il miglioramento della capacità di controllo e della coordinazione dei movimenti;
- Il miglioramento o il mantenimento di una fisiologica mobilità articolare;
- La stabilizzazione dell'articolazione e l'acquisizione della capacità di rilassare i muscoli masticatori.
Sono utili per migliorare la funzionalità e per ridurre il dolore. È bene che gli esercizi, almeno all'inizio, siano eseguiti davanti allo specchio per evitare che si realizzino movimento di compenso a livello cervicale. Come per la colonna vertebrale, anche per queste articolazioni il primo gruppo di esercizi da prendere in considerazione sono:
- Educazione posturale; è fondamentale che il soggetto prenda coscienza di eventuale tensione, disfunzione e che apprenda la corretta posizione di riposo della mandibola. Essa è condizionata dalla postura della lingua;
- Esercizi di mobilizzazione, sono indicati quando c'è una riduzione della mobilità articolare;
- Esercizi di potenziamento; questi esercizi di rinforzo dei muscoli masticatori sono utili per stabilizzare l'articolazione temporomandibolare, soprattutto in presenza di eccessiva mobilità dovuta a lassità muscolo-legamentosa. Inoltre, sono consigliati per chi soffre di bruxismo, per agevolare il rilasciamento muscolare: si avverte più facilmente la decontrazione dopo la contrazione.
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