Il metodo mézières, un riferimento intramontabile per la ginnastica posturale
Osservazioni e aforismi da cui ha origine il metodo

Metodo Mézières
Il metodo Mézières è ad oggi un riferimento imprescindibile per tutti gli operatori che si occupano di ginnastica e rieducazione posturale. Le sue osservazioni trovano conferma non solo sul piano teorico, studiando la corretta fisiologia articolare e muscolare, ma anche nella pratica quotidiana in studio.
Il metodo Mézières Funziona?
- La prima osservazione ci dice che i muscoli dorsali si comportano come se fossero un unico muscolo, questo è constatabile, per esempio, se osserviamo le ultime inserzioni del trapezio ricoprire le prime inserzioni del gran dorsale, confermando una continuità tra i muscoli di una stessa catena che così possono influenzarsi a vicenda anche a distanza.(vedi inserzioni prossimali del gran dorsale su omero e distali fino alla regione lombo-sacrale).
- La seconda osservazione ci dice che questi muscoli sono troppo corti e troppo forti, non a caso nella pratica quotidiana è molto comune trovare persone con dolori cronici al rachide che presentano contemporaneamente una flessione anteriore della colonna vertebrale molto limitata. Questo è il risultato di continue contrazioni concentriche della muscolatura posteriore, che si contrae continuamente, per esempio, ogni volta che flettiamo o abduciamo un braccio oltre i 60° o estendiamo o abduciamo l’arto inferiore oltre i 45°. Quindi sono muscoli che difficilmente troveremo deboli e con la lunghezza muscolare fisiologica.
- La terza osservazione ci dice che qualsiasi azione localizzata sia in allungamento che in accorciamento provoca istantaneamente l’accorciamento dell’insieme della muscolatura. Questa osservazione sancisce definitivamente l’inutilità dell’allungamento segmentario poichè la stessa Mézières aveva notato che la distensione della regione lombare del rachide produceva una eccessiva lordosi cervicale, di qui la necessità di allungare da un capo all’altro tutta la catena interessata con un’unica postura (supini con gambe in aria a squadra), e con contrazioni isometriche che agiscono sul connettivo mantenendone poi la distensione ottenuta, nel tempo.
- La quarta osservazione ci dice che ogni opposizione a questo accorciamento provoca istantaneamente delle lateroflessioni e delle rotazioni del rachide e degli arti, questo perché i muscoli, quelli poliarticolari, hanno più funzioni e di conseguenza quando una funzione è impedita, lo stesso muscolo ne esprime un’altra, la quale sarà dominante. Quindi bisognerà impedire tutti i compensi dei muscoli retratti coinvolti per avere come risultato un vero allungamento che resti efficace nel tempo.
- La quinta osservazione che fa Mézières è che ogni allungamento, derotazione, dolore, ogni sforzo, comporta un blocco del diaframma in inspirazione, di qui la necessità della espirazione profonda con la bocca aperta ma non in atteggiamento astenico, bensì puntando alla distensione dei muscoli posteriori, attuando una contrazione isometrica.
Si rende necessaria la mobilizzazione del diaframma in espirazione, una volta libero il diaframma, la respirazione naturale, favorirà un migliore allungamento delle catene muscolari. Se il diaframma risulta insufficiente, possono esserci dei blocchi funzionali delle strutture proprie del diaframma, per esempio i pilastri, oppure delle catene posteriore e laterali che bloccano il torace e lo stesso diaframma. Per cui non serve forzare l’atto respiratorio, bensì liberarlo da questi vincoli muscolo-articolari.
Conclusioni
Osservazioni queste, di importanza capitale come anche quelle fatte riguardo alla tecnica per ottenere un aumento di volumi toracici, in risposta alla obsoleta ginnastica respiratoria che insisteva su tecniche di rinforzo dei muscoli respiratori come se la respirazione fosse qualcosa da imparare, mentre è una funzione innata, basta solo mettere il diaframma in condizioni di esprimersi liberamente durante la sua funzione.
L’ esempio più importante è quello degli atteggiamenti della testa per deformare il torace, dove una lateroflessione della testa provoca aumento del torace controlaterale e la rotazione della testa provoca sollevamento della spalla controlaterale. Questi compensi devono essere evitati se si vuole ottenere una vera distensione di tutta la catena muscolare. Queste osservazioni hanno messo in luce un approccio diverso e un modo nuovo di leggere il corpo e la sofferenza che nasconde, così da portare nuove possibilità di guarigione per quelle patologie muscolo-scheletriche che non trovavano altra soluzione che quella chirurgica.
Il metodo Mézières, è inoltre il metodo a cui si sono ispirate tutte le moderne teorie sulla rieducazione posturale, da Souchard al metodo delle Tre Squadre fino al metodo Pancafit. Un metodo che offre una visione innovativa e globale del soggetto, che prevede una conoscenza profonda dell’anatomia e della fisiologia (quindi è un metodo scientifico perché non si inventa una fisiologia tutta sua, ma rispetta quella naturale che si trova su tutti i testi più accreditati) e allo steso tempo empirico perché il lavoro del mezierista si concentra su ciò che ha difronte a sé, senza dogmi e ricette preconfezionate, la pratica non può prescindere dalla esperienza che permette di personalizzare al massimo l’intervento sulla persona.