Le capacità motorie

Le capacità motorie

L'insieme delle potenzialità che influenzano una prestazione motoria

Le prestazioni sportive sono il frutto dell'interazione tra attitudini innate ed un allenamento intenso e sistematico che consente l'espressione delle potenzialità genetiche. Esse dipendono, in misura variabile, sia da presupposti fisici (energetici e strutturali) che da capacità che permettono atleta, attraverso il controllo e la regolazione dei movimenti, di sfruttare al meglio tale potenziale. L'insieme di tali presupposti viene definito sistema delle capacità motorie.

Cosa sono le capacità motorie

L'insieme delle potenzialità che influenzano una prestazione motoria prende il nome di Capacità Motoria; la loro sintesi in proporzioni diverse, determina i diversi tipi di prestazione motoria ed il loro equilibrio, invece, il livello ottimale della funzionalità motoria del singolo. Le capacità motorie sono definite come un tratto stabile dell'individuo che supporta e sostiene diverse abilità motorie; sono geneticamente determinate e parzialmente modificabili con l'allenamento, l'esperienza e l'apprendimento. Le capacità motorie costituiscono dunque i requisiti essenziali, la base strutturale e funzionale per l'apprendimento e l'esecuzione in gare delle azioni sportive: sia semplici, sia di grande complessità e di elevato impegno. Il primo teorico della motilità erroneamente detta motricità è stato Depuis Galien che intorno alla metà del secolo XIX ipotizzò l'esistenza di qualità individuali atte a sostenere l'attività motoria di una persona. Nello stesso periodo, in molte parti d'Europa, cominciarono a diffondersi diverse teorie sul movimento che avevano come obiettivo quello di conservare il corpo sano, arricchirlo di virtù morali e preparalo per scopi militari. Successivamente si cominciò a parlare di qualità fisiche: di forza, resistenza ed agilità.

Classificazione delle Capacità Generali Motorie e Sportive

Agli inizi del'900 venne introdotto il concetto di misurazione dei valori fisici con Hebert che, nel 1910, sostenne l'esistenza di sei qualità fisiche:

  1. Resistenza e fondo
  2. Potenza muscolare
  3. Velocità
  4. Adresse (destrezza-indirizzo)
  5. Conoscenza delle tecniche fisiche
  6. Virilità

Nel 1930 ebbe vasta eco l'acronimo VARF di Bellin du Cotteau:

  1. Velocità
  2. Adresse
  3. Resistenza
  4. Forza

Le idee di Hebert si diffusero non solo in Europa ma anche in America, dove le capacità motorie furono ancora considerati come generali per natura e scopi, e le loro componenti rappresentative di abilità non solo innate ma anche apprese e potenzialmente trasferibili in rapporto alla prestazione fisica. Seashore nel 1942 sostenne il principio dell'interdipendenza essenziale delle capacità motorie "fine e grosse" compiendo il primo passo verso una loro differenziazione. Nel 1958 Guilford identificò cinque fattori generali caratteristici della motilità:

  1. Forza 
  2. Tempo di reazione
  3. Equilibrio statico
  4. Equilibrio dinamico
  5. Coordinazione corporea grossa

e due fattori specifici

  1. Velocità
  2. Flessibilità

Solo con Fleischmann, grazie al suo studio svolto con il metodo d'analisi fattoriale di Thurstone (194), si ebbe la prima vera ricerca scientifica sulla motilità che individuava cinque fattori rappresentativi dell'efficienza motoria ed una batteria di visualizzazione formata da dodici test.

Forza:

Souplesse

Equilibrio corporeo generale

Coordinazione globale

Endurance cardiaco-respiratorio

Infine nel 1968, Gundlach introdusse la definizione di Capacità Motorie suddivise in "Capacità Condizionali e Coordinative", ancora in vigore oggi. Egli proponeva la definizione di capacità condizionali quali quelle limitate dalla disponibilità energetica, codificando quanto detto da Zaticiorskij e prima ancora da Zimkin che avevano proposto la suddivisione delle qualità fisiche in:

In seguito il termine "qualità" sarà impiegato, più propriamente, per gli aspetti psichici legati al carattere. Il secondo termine proposto da Gundlach era "Capacità Coordinative", espressione che sostituiva il termine destrezza usato da vari autori, il cui significato è capacità di organizzare e regolare il movimento. La classificazione di Gundlach è stata progressivamente accettata da diversi autori, tanto che in Europa gli Studiosi di scienza dello Sport vi si attingono tuttora in maniera più o meno sostanziale.