Come diventare preparatore atletico

Come diventare preparatore atletico

Gli step necessari per diventare un preparatore atletico di livello assoluto

Il mondo del lavoro si adegua ai bisogni e alle esigenze della comunità sviluppando attività versatili che, con la giusta preparazione, possono essere alla portata di tutti. Inoltre, se si ha una passione e si desidera trasformarla nella professione dei sogni, ci sono tutti i presupposti per farlo, visto e considerato che il suo peso specifico potrebbe fare enormemente la differenza in un periodo storico caratterizzato da una crisi ad ampio respiro. A tal proposito, occorre soffermarsi sul preparatore atletico, un impiego di tendenza che presuppone il possesso di un amore quasi viscerale per lo sport per l’attività fisica. La creazione di un’opportunità del genere richiede, comunque, il raggiungimento di obiettivi precisi, per cui prima di cimentarsi in tal senso bisogna valutare se si hanno i requisiti giusti – soprattutto dal punto di vista motivazionale ed attitudinale – per intraprendere un’avventura professionale dalle mille sfaccettature.

Preparatore atletico: cos’è e cosa fa

Entrando nel dettaglio della questione introdotta poc’anzi, bisogna analizzare le peculiarità di una figura professionale come quella del preparatore atletico. In sostanza, si tratta di un professionista specializzato nel curare le prestazioni degli atleti di turno per mantenere una condizione fisica ottimale. Il suo ruolo è essenziale poiché la sua attività si allinea a quella di un intero team sportivo, collaborando così con un allenatore o un istruttore e seguendo sia gli atleti in singolo che l’intera squadra - a seconda, ovviamente, della specializzazione conseguita per una disciplina piuttosto che un’altra.

Ottenere il riconoscimento professionale richiede il rispetto di determinati parametri regolamentari appartenenti alle federazioni sportive. Collegandosi, quindi, ai siti istituzionali della Associazione Italiana Preparatori Atletici Calcio (A.I.P.A.C.) e della Associazione Italiana Preparatori Atletici Sport Squadra, ossia l’A.I.P.A.S.S., è possibile individuare le specifiche necessarie per completare l’iter richiesto in men che non si dica. Ciò, chiaramente, non esclude il possesso di una forma fisica all’altezza della situazione da abbinare a una conoscenza abbastanza approfondita di materie quali l’anatomia, la fisiologia e la chinesiologia.

Inoltre, non vanno tralasciate determinate prerogative personali come il saper comunicare e il riuscire a relazionarsi con il prossimo in maniera costruttiva; in aggiunta a ciò, bisogna essere anche un eccellente motivatore per far presa sull’aspetto mentale dell’atleta di turno e condurlo verso risultati strabilianti.

Cosa fare per diventare preparatore atletico?

Oltre alle caratteristiche fisiche, comportamentali, caratteriali e via discorrendo, c’è un percorso di studi ad hoc per trasformare chi nutra questa predisposizione in una preparatore atletico a regola d’arte. La facoltà universitaria comune a tutti è quella di Scienze Motorie, un ambito accademico composto da due cicli, ovvero la laurea triennale e quella specialistica quinquennale, che permette di acquisire conoscenze specifiche in campo medico, psicologico e psicopedagogico. A queste, poi, si aggiungono nozioni in progettazione, gestione delle attività motorie per lo sport e il recupero funzionale, realizzazione concreta di qualsivoglia metodologia funzionale, competenze avanzate teoriche e pratiche per forme di allenamento – tradizionali o innovative che siano.

Dopo aver concluso questo percorso, il diretto interessato deve decidere quale specializzazione prendere per frequentare, successivamente, un corso istituito dalle singole federazioni, al termine del quale si diventerà ufficialmente un preparatore atletico professionista. Per poter prendere parte a un corso del genere occorre vantare i seguenti requisiti: età superiore ai 18 anni o compresa in uno specifico intervallo; diploma o laurea in Scienze Motorie; Iscrizione alla Federazione Sportiva competente. A queste richieste generiche si aggiungono, poi, altri requisiti specifici per ogni singola Federazione competente che vanno, quindi, consultati a seconda della scelta che si ha in mente. Infine, il predetto corso può essere a numero chiuso, può prevedere il pagamento di una quota di iscrizione, può durare fra le 20 e le 60 ore, fruibili in due o più fine settimana consecutivi e può prevedere, indubbiamente, un esame finale abilitante. D’altro canto, una struttura a livelli didattica e formativa tesa a fornire quello spessore di cui si ha bisogno non può prescindere da una verifica delle conoscenze effettivamente acquisite.

Gli sbocchi professionali e lo stipendio medio

Conseguire l’abilitazione professionale permette di esercitare la professione di preparatore atletico sia nel pubblico che nel privato. Spesso, tale figura decide di operare come un vero e proprio consulente presso realtà professionistiche o amatoriali, ma può anche essere assunto come un dipendente godendo, quindi, di un orario di lavoro maggiormente strutturato. Atletica, sport di squadra, palestre e centri turistici assicurano un gran numero di opportunità in tal senso. Inoltre, essendo laureati in Scienze Motorie, c’è la possibilità di insegnare educazione fisica nelle scuole di ogni genere e grado oppure di aprire un centro di fitness, un riferimento che riscuote sempre un grande successo senza alcuna distinzione di età. Per quanto riguarda il calcio, è bene sapere che c’è molta concorrenza e si richiede una lunga gavetta da svolgere nell’ambito di società dilettantistiche.

Toccando, adesso, la questione dello stipendio medio, si può dire che quest’ultimo dipenda molto dalla tipologia di rapporto che si verrà a creare. Stabilire una media , quindi, è alquanto impossibile, anche perché va considerato persino l’abito in cui il professionista di turno opera. Vien da sé che allenare una squadra di Serie A sia maggiormente remunerativo rispetto a un ruolo all’interno di un club che orbita sui campetti di periferia e non nutre alcuna ambizione. Ad ogni modo, se si vuole definire un range economico, si può dire che si va da un minimo di 24.000 a un massimo di 120.000 euro annui. In più, esistono anche figure che seguono un singolo atleta con un tariffario a ore sui 50 euro.

La realtà dei fatti è che l’universo dei liberi professionisti impone, per tutta una serie di logiche di mercato, un’oscillazione continua di compensi, metodologia lavorative e molto altro ancora. Si tratta, in poche parole, di una flessibilità operativa che in determinati momenti viene esasperata senza un motivo preciso incidendo, così, sulla qualità del lavoro offerto. Ad ogni modo, ciò on deve scoraggiare chi nutre un sogno del genere. Anzi, si consiglia di coltivarlo nel migliore dei modi fissando continuamente degli obiettivi da raggiungere per vivere un crescita continua e costante, sia dal punto di vista umano che dal punto di vista professionale. D'altro canto, non c'è niente di meglio di un lavoro in linea con le proprie aspirazioni.